L’otoplastica è un tipo di procedura di chirurgia estetica molto comune per i bambini e per gli adulti. La maggior parte dei pazienti di otoplastica ha un’età compres a tra i 4 e 14 anni, ma anche un certo numero di adolescenti e di adulti si sottopone all’otoplastica.
L’otoplastica può correggere l’eccesso di cartilagine dei padiglioni auricolari e la sua forma, cioè il difetto comunemente noto come “orecchie a sventola”. Inoltre è possibile correggere altri particolari dei padiglioni e dei lobi, ed eventuali asimmetrie dovute sia a difetti congeniti (la maggior parte dei casi), che a problemi acquisiti in seguito a traumi.
Quando fare l’otoplastica?
La cartilagine delle orecchie è già quasi completamente sviluppata dopo i 4 – 5 anni. È quindi possibile sottoporre un bambino all’otoplastica senza incorrere in particolari rischi legati alla giovane età. L’otoplastica è in genere realizzata per migliorare l’estetica delle orecchie e rendere il bambino meno esposto alle prese in giro e agli scherzi dei coetanei.
La cartilagine completamente sviluppata di un adulto non ha la stessa duttilità delle cartilagini auricolari dei bambini. Correggere le orecchie a sventola da bambini offre dunque due vantaggi:
1) la cartilagine è molto flessibile, perciò permette un modellamento più efficace e semplice
2) il bambino psicologicamente può avere grandi benefici dopo l’intervento di correzione delle orecchie.
Otoplastica – l’intervento
Di norma l’otoplastica non necessita dell’anestesia generale, vista la limitatezza della zona coinvolta. Ma, per la giovanissima età della maggior parte dei pazienti, si preferisce somministrare una profonda sedazione, in modo da provocare una sorta di sonno.
Non è quindi necessario alcun ricovero notturno, e si può tornare a casa dopo alcune ore.
L’intervento in genere dura da mezz’ora ad un’ora e viene svolto attraverso un’incisione dietro il padiglione auricolare. A seconda del tipo di correzione da eseguire, il chirurgo pianifica la tecnica ideale e in genere elimina una piccola porzione cartilaginea per poi suturare saldamente i lembi.
Dopo l’otoplastica
Al termine della procedura chirurgica, la testa viene fasciata con un bendaggio elastico che tiene controllato il gonfiore e protegge per i primi giorni la zona dagli urti, favorendo la cicatrizzazione dei padiglioni secondo la forma ottimale.
Il chirurgo consiglia una serie di comportamenti da tenere per favorire la guarigione, che in genere comporta disagi minimi e un dolore leggero controllabile con antidolorifici. Quando i pazienti tornano per il controllo dopo alcuni giorni, il bendaggio viene sostituito e alleggerito. Il lavoro può essere ripreso già dopo una settimana, mentre è bene che i bambini si astengano dalla scuola per un paio di settimane o anche più, in modo da evitare colpi accidentali che possono compromettere l’esito estetico dell’otoplastica.
Rischi e complicanze
Le complicanze sono possibili e comuni in tutti gli interventi chirurgici, sebbene l’otoplastica sia uno dei più sicuri. Rare sono le eventualità di ecchimosi o infezioni cartilaginee, comunque risolvibili piuttosto semplicemente. La possibilità non frequente che si formi tessuto ipertrofico sulla cicatrice è comunque una complicanza che non porta gravi danni estetici, poiché l’incisione viene realizzata dietro l’orecchio, quindi in una zona non visibile